Comune di Pavullo
Inseguendo la storia: i borghi di Semese, Lavacchio e Gaiato
La nostra esplorazione ci porta verso altri piccoli borghi di alta collina densi di storia e di umane vicissitudini.
Semese
Arroccato su un monte a 803 m slm, il castello di Semese domina l'ampia vallata di Verica, in collegamento visivo con molti castelli e torri dell'antico sistema difensivo frignanese. Per la sua posizione geografica privilegiata, naturalmente adatta all'avvistamento e alla segnalazione, Semese fu abitato fin da epoca Neolitica, come dimostrano i reperti ritrovati nella zona.
L'insediamento castellano risale al XIII secolo, ma probabilmente il corpo principale era esistente già dal secolo precedente. Da sempre sotto il dominio della potente famiglia Da Verica, il feudo passò tra i possedimenti dei Montecuccoli nel XIII secolo che ne potenziarono la fortificazione. Verso la fine del '300 il signore feudatario di Semese era Lanzillotto Montecuccolo, dal carattere violento e arrogante, che ingaggiò una lunga e sanguinosa disputa per ragioni ereditare con il cugino Gaspare, signore di Montecuccolo.
All'improvvisa morte di Gaspare, Lanzillotto si impossessò dei suoi domini, uccidendo senza pietà anche i suoi giovani figli, Corsino e Antonio, facendoli gettare nella profonda cisterna del castello. Lanzillotto rimase impunito e divenne il potente padrone di gran parte del feudo dei Montecuccoli. Nel 163o Francesco Montecuccoli rimise il feudo di Semese alla Camera Ducale avendo in cambio quello di Guiglia.
Dal castello si può ammirare un panorama estremamente suggestivo: da una parte il crinale appenninico dominato dal Monte Cimone, dall'altra la valle in cui scorre sinuoso il torrente Scoltenna. Il castello, oggi adibito a dimora privata, è composto da diversi edifici che fanno da cornice all'antica corte, ma nei secoli passati possedeva un'architettura molto più articolata: l'ingresso principale era dotato di ponte levatoio e di rivellino, una speciale fortificazione edificata a difesa della porta principale. Un disegno di inizio '60o mostra il castello provvisto di quattro torri. Quella principale, costruita su precedenti fortificazioni altomedievali, fu notevolmente abbassata nel '500 e adibita torre campanaria.
Anche il borgo, disposto intorno a una grande piazza erbosa, raccoglie esempi di interessante architettura. La chiesa di San Giacinto, attualmente dimora privata, fu commissionata da Enea Montecuccoli ed eretta nel 1598 sui resti di una più antica struttura. Le cinque nicchie che adornano l'elegante facciata contenevano altrettante statue, oggi presso la pieve di Verica, attribuite al cinquecentesco scultore Antonio Begarelli o alla sua scuola.
Poco distante, a nord del castello, sorge il piccolo oratorio di San Rocco, fatto restaurare da Enea Montecuccoli, come testimonia la lapide murata nella facciata. Un atto di devozione in occasione della grande epidemia di peste che afflisse, a inizio '600, le terre del feudo. L'antico edificio potrebbe risalire al '400, ma alcune teorie lo collocano in età precedente e dedicato al culto pagano e successivamente, in età romanica, adattato a cappella.
Gaiato
Continuando verso sud, possiamo goderci una passeggiata immersi nella natura incontaminata della Riserva naturale di Sassoguidano, per poi proseguire verso il borgo di Gaiato, insediamento di origine medievale che apparteneva al feudo dei Montecuccoli. Quando i figli del conte Frignano, con due accordi successivi nel 1536 e nel 1544, si suddivisero gli estesi possedimenti, Gaiato e Renno andarono ad Andrea, che divenne il capostipite dell'omonima famiglia comitale.
Nel punto più alto del borgo, in posizione strategica per il controllo delle valli dello Scoltenna, del Panaro e del Medio Frignano, sorge la Torre di Gaiato. Costruita in epoca matildica su precedenti fortificazioni romane e poi bizantine, fu ampliata e fortificata dai Montecuccoli che ne fecero tra il '400 e '500 una vera e propria rocca di cui oggi rimangono solo la torre diroccata, due cisterne e avanzi di mura.
Lavacchio
Proseguendo si raggiunge Lavacchio, la cui torre si erge possente a dominare quel paesaggio che un tempo fu dominio della potente famiglia Montecuccoli. Torre di avvistamento lungo la strada Modena-Pistoia, conserva elementi caratteristici della struttura originaria, come il portale sopraelevato e due mensole che sorreggono la caditoia utilizzata dai corpi di guardia per la difesa piombante, un sistema che permetteva di gettare pietre, pece o altri liquidi incandescenti sui nemici che tentavano di scalare la cinta difensiva . Curiosi e caratteristici anche i moderni murales dipinti sulle pareti delle case del borgo.