Raimondo Montecuccoli

Comune di Polinago
Tra storia e natura: il castello di Brandola, e gli antichi borghi di Gombola e Talbignano

Proseguendo nel nostro itinerario storico, sulle tracce della famiglia Montecuccoli, ci addentriamo nel territorio del comune di Polinago, posto nella vallata del torrente Rossenna, che accolse i primi insediamenti di origine etrusca, celtica e poi romana. Ma è durante l'era medievale che il territorio assume una certa importanza grazie alle famiglie feudali dei Da Gomola e dei Montecuccoli che governavano il medio Frignano.

Interessante è andare alla scoperta delle frazioni limitrofe di Talbignano, Brandola e Gombola, dove si rivive la storia passeggiando tra antichi castelli e colline boscose, che richiamano eventi storici e antiche leggende. La prima menzione di Brandula si ha nel 1001 in riferimento alla chiesa della Beata Vergine. Durante lo stesso secolo venne eretto il castello che divenne un importante caposaldo del sistema difensivo del comitato dei Da Gomola, famiglia di origine longobarda, che giurò fedeltà al Comune di Modena.

Più tardi, nel '200, Brandola divenne uno dei centri della resistenza ghibellina contro i guelfi. Nel 1265 i Grasolfi, ghibellini modenesi, si asserragliarono nel castello dove sostennero un assedio di tre giorni da parte delle truppe guelfe. Nel 1268 in un' ulteriore, violenta battaglia i ghibellini furono costretti alla resa dai guelfi, che scavarono due gallerie fin sotto la torre, con lo scopo di farla crollare, e alla fine distrussero il fortilizio. Subito ricostruito il castello di Brandola giocò un ruolo fondamentale nella ribellione contro il marchese Azzo d'Este, dando asilo ai rivoltosi che nel 1306 diedero vita alla Repubblica Modenese. Seguirono anni di intensi conflitti prima contro il Comune di Modena, poi contro Passerino Bonaccolsi nuovo signore della città.
Nel corso del '3oo Brandola passò ai Montecuccoli che ne tennero il possesso fino al 1408, qundo il feudo venne assegnato ai Pio di Carpi.

Attualmente è possibile visitare il castello dall'esterno. Vi si accede percorrendo una stradina in salita, immersa nella boscaglia, fra castagni secolari, e attraversando la porta ad arco che immette nel borgo circondato dalle antiche mura. L'impianto odierno del castello ricalca quello originario, evidente nella perfezione della squadratura dei conci del basamento, tecnica utilizzata in età medievale. All'interno della cinta muraria si possono notare l'edificio della Podesteria, l'antica residenza del Podestà, il campanile seicentesco, forse ricavato da una torre del castello e la chiesa, oggi sconsacrata, probabilmente sorta dove un tempo c'erano il mastio e la parte principale del castello andato distrutto nelle battaglie del 1268.

Una particolarità del territorio di Brandola è un'antica fonte di acqua sulfurea scoperta nel 1448 e facilmente raggiungibile dal castello tramite un suggestivo percorso immerso nella natura. Per secoli fu ritenuta, dalle popolazioni della zona, curativa e miracolosa tanto da commercializzarla previo imbottigliamento. Sia gli Este che i Montecuccoli ne facevano grande uso. Un antico trattato del 1763 dal titoloDell’Acqua di Brandola – Differtazione di Domenico Vandelli dedicata all’altezza serenissima di Francesco III Duca di Modena, Reggio, Mirandola narra delle virtù delle acque minerali di Brandola illustrando test, analisi chimiche e modi di somministrazione consigliati dai maggiori esperti in campo medico dell’epoca.

Sempre a poche centinaia di metri da Brandola, in località Pontercole, scopriamo il Ponte d'Ercole, una formazione monolitica lunga 33 metri scavata dall'erosione fino a formare un grande e suggestivo arco naturale che sovrasta il piccolo ruscello Lavacchiello. La particolare e suggestiva formazione geologica è detta anche Ponte del Diavolo. Un’antica leggenda tramandata in dialetto locale narra del Diavolo che, distratto da un gruppo di streghe che nella notte ballavano nel bosco, si dimenticò sul suo percorso il ponte che avrebbe dovuto portare ad un agricoltore del posto per raggiungere i suoi appezzamenti di terreno, in cambio della sua anima.

Altri luoghi di interesse a pochi chilometri da Polinago sono il borgo di Talbignano, con palazzo Cesis di origine seicentesca, e il borgo di Gombola, sorto sui resti di un formidabile fortilizio distrutto da una frana nel 1569, e sede dell’antico mulino con macine in pietra ancora perfettamente funzionante.