In Europa, sulle tracce di Raimondo Montecuccoli
Il Generale Raimondo Montecuccoli continua ad accompagnarci nel nostro viaggio virtuale sia in territorio modenese, sia attraverso l'Europa. Chiese, musei, archivi e biblioteche conservano la memoria di questo grande condottiero che ha fortemente contribuito alla storia del '600 e che divenne tanto europeo che quasi gli italiani si dimenticarono di lui.
L'importanza del personaggio si desume anche dall'ampia iconografia che ne riporta le sembianze secondo la ritrattistica di pieno '600 molto diffusa in tutta Europa. Un interessante ritratto lo troviamo esposto nel Palazzo Comunale di Pavullo: realizzato da un ignoto autore locale di fine '600, raffigura Raimondo nell'immagine marziale e perentoria di un condottiero in armi. A Modena, presso il Palazzo comunale, è esposta una delle tele più note di Montecuccoli, quella dipinta da Girolamo Vannulli, brillante interprete della cultura figurativa italiana del '700. Nella chiesa del Paradisino si trova invece l'altare di Sant'Antonio, offerto da Raimondo Montecuccoli, negli anni Settanta del XVII secolo, come ex-voto alla chiesa di Santa Margherita, collocazione originaria dell'opera. Nella monumentale chiesa di San Pietro, terminata nel 1506, furono sepolti i genitori di Raimondo: Galeotto e Anna Bigi.
Della vita di Raimondo, come condottiero presso la corte imperiale, rimangono diverse opere d'arte che lo rappresentano. Al Kunsthistorishes Museum di Vienna si trova un notevole dipinto, ridotto in formato ovale, in cui Raimondo indossa l'armatura sopra la quale è esibito il Toson d'Oro, il prestigioso ordine cavalleresco riproducente il vello del mitico ariete che veniva concesso dalle Case d'Austria e di Spagna. Raimondo venne insignito di tale riconoscimento dal re di Spagna nel 1666. Uno stesso ritratto ad olio a figura intera si trova al Museo Comunale di Hafnerbach, sempre in Austria, dove sono esposti anche un busto di marmo bianco e diverse tele raffiguranti altri componenti della Famiglia Montecuccoli tra cui la Principessa Margarethe, consorte di Raimondo. Al Museo di Storia Militare di Vienna, nel maestoso atrio che costituisce la Sala dei Condottieri sono esposte le statue in marmo che rappresentano il Generale Montecuccoli e gli altri insigni capi militari dell' Impero asburgico e del regno austro-ungarico. In questo museo è conservato anche il bastone di maresciallo di campo utilizzato da Raimondo nel giorno della battaglia di San Gottardo contro i Turchi.
Di grande valore sono le opere letterarie lasciate dal Generale - tra le quali l'importante Trattato della Guerra, redatto durante la lunga prigionia in Svezia e il Della Guerra col Turco in Ungheria del 1670, tradotte in tedesco, francese e spagnolo, nonché studiate e altamente apprezzate in quei paesi. I manoscritti delle sue opere sono conservati in varie località d'Europa: nell'Archivio di Guerra presso l'Archivio di Stato di Vienna, nella Biblioteca Nazionale di Vienna, dove si trovano il manoscritto originale delle Tavole Militari e le Tabelle Assiomatiche di Guerra, e nella Biblioteca Estense di Modena dove è conservato il delle Battaglie. Altri scritti sono custoditi nella Biblioteca Apostolica Vaticana, mentre l'Archivio di Stato di Brno, nella Repubblica Ceca, conserva un'importante corrispondenza sia di Raimondo che della moglie e i suoi familiari.
Durante la lunga vita di Raimondo Montecuccoli non fu trascurabile la sua attività di diplomatico presso le corti delle capitali d'Europa centrale e dell'area scandinava. Le sue acute osservazioni, le sue descrizioni di personaggi, il suo sapere individuare le trame politiche, tutto ciò che nei suoi scritti ebbe particolare fortuna in forma di Aforismi, denunciava la ricca matrice culturale alla quale Montecuccoli si ispirava. Quando, nel 1680, Raimondo muore a Linz - dove aveva seguito la corte imperiale fuggita da Vienna a causa della peste - i suoi visceri vengono inumati nella chiesa dei Cappuccini, mentre la salma è trasportata a Vienna, dove, il 4 novembre, viene sepolta con funerali solenni alla presenza dell'Imperatore e di tutta la corte nella chiesa dei Nove Cori Angelici Am Hof.
Raimondo visse abbastanza per cogliere con la sua acuta sensibilità politica, con la sua finezza intellettuale e con l'astuzia del grande stratega, il senso dell'Europa e dei grandi cambiamenti di quel XVII secolo. I suoi scritti ne costituiscono una straordinaria, ricca testimonianza.