Raimondo Montecuccoli

Guiglia e la dominazione dei Montecuccoli
Il borgo di Samone

Per la particolare posizione, adagiato sopra un colle, Guiglia domina la pianura a perdita d'occhio. Le prime notizie dell'esistenza di Guiglia sono indicate in una pergamena dell'890 custodita nell'archivio dell'Abbazia di Nonantola. Il centro storico conserva ancora oggi l'aspetto di una piccola città medievale: le strade strette, le case addossate, le une alle altre, i ciottolati, i portici. Vi si accede oltrepassando un grandioso arco barocco sul quale troneggia l'aquila, il simbolo araldico dei Montecuccoli e degli Estensi che, insieme ai Pio, ebbero un importante ruolo nella gestione di questo territorio.

Rispetto agli altri feudi posseduti fin dal Medioevo, il territorio di Guiglia entrò relativamente tardi tra i possedimenti dei Montecuccoli. Fu il conte Francesco che, nel 1630, cambiò il feudo di Semese con quello di Guiglia, potendo così cambiare il titolo di conte con quello di marchese. Suo figlio Giambattista diede poi inizio ai Montecuccoli Laderchi, un ramo che sopravvisse a molti altri e si estinse nel 1873. Nel 1643 durante la guerra di Castro, condotta da Raimondo Montecuccoli per conto del Duca di Modena contro l'esercito pontificio di Papa Urbano VII, Guiglia subì gravi danni da un attacco dei soldati papalini.

Terminata la guerra, i nuovi marchesi trasformarono l'intera, antica struttura militare ricavandone un elegante e sontuoso palazzo signorile, secondo alcuni una delle più belle dimore del Ducato. Vi fu inglobata la torre merlata, unico resto del fortilizio che sorgeva sulla sommità del colle. All'esterno vennero eliminate le parti ormai inutili, mentre all'interno furono ampliate e ornate le sale. L'agile porticato del cortile, il monumentale ingresso e le decorazioni interne in stucco richiamano lo stile delle maestranze che, nello stesso periodo, stavano lavorando al palazzo ducale di Sassuolo.

Il borgo di Samone
E' in un edificio di cui furono ultimi proprietari i Montecuccoli che sorge un museo tematico veramente unico nel genere dei musei della civiltà contadina: il Museo della Tigella di Samone, istituito per valorizzare una delle principali caratteristiche della cultura gastronomica della montagna modenese, la crescentina e la tigella, il cibo e il suo strumento di cottura. Il museo è sorto nel piccolo borgo medievale di Samone, nella parte alta del comune di Guiglia, dove i segni della sua antica storia sono ancora ben visibili, attraverso portali, finestre e simboli, ad un attento visitatore. Il museo è ospitato nella suggestiva Sala degli Stemmi di un'alta casa torre, la cui storia è narrata alle pareti affrescate da stemmi e motivi floreali e vegetali.

A Samone si succedettero vari feudatari, dai Pio di Carpi ai Pepoli, dai Tassoni ai Montecuccoli. Era in questa sala che il feudatario riceveva i rappresentanti dei sudditi per discutere e far conoscere le sue volontà, in essa si riunivano gli uomini della Comunità per discutere dei problemi di governo e qui, probabilmente nel 1682-83, gli amministratori di Samone decisero di elevare una protesta contro il feudatario Giovanni Battista Montecuccoli per l’eccessivo peso delle tasse e per le richieste di prestazioni gratuite.

L’imponente edificio non presenta all’esterno particolari segni della sua funzione, se non una finestra che guarda proprio verso il sottopasso. All’interno, invece, un’ampia sala mostra le tracce di una destinazione ancora non del tutto chiara, ma certamente diversa e più importante di quella esclusivamente difensiva. L’uso improprio dell’edificio e in particolare della sala, adibita per lungo tempo a fienile, aveva contribuito a cancellare la memoria del suo valore storico e artistico, oggi interamente recuperata. Una volta usciti dal museo si può visitare accanto alla chiesa un caratteristico e raro metato, edificio tipico per l’essiccazione delle castagne, sapientemente recuperato.