Raimondo Montecuccoli

Marano sul Panaro e la Signoria del Montecuccoli

Il paese di Marano è adagiato nella suggestiva valle del fiume Panaro, meravigliosa durante la fioritura primaverile di migliaia di alberi da frutto e per questo conosciuta come Valle dei Ciliegi. La sua storia risale a prima del Mille, se ne ha infatti una prima citazione in un documento dell' 887 elencato tra i beni dell'Abbazia di Nonantola. La nascita del centro abitato è però legata alla vicina località chiamata Castiglione, già citata nel 752 in una donazione di Astolfo re dei Longobardi.

Marano ebbe una vita piuttosto inquieta: fu soggetta di continuo alle sanguinose lotte di conquista tra modenesi e bolognesi e passò di mano tra le molte casate dei nobili feudatari locali, dai Rangoni, ai Pio e ai Pico, fino al 1630, quando fu data in investitura al Marchese Francesco Montecuccoli, maggiordomo maggiore del Duca Francesco I d'Este. Sotto i munifici Montecuccoli, Marano raggiunse una grande prosperità. Si narra che il celebre Maresciallo Raimondo Montecuccoli di ritorno dalla battaglia della Raab contro i turchi, depose nell'antica chiesa locale i suoi stendardi.

La parte antica si sviluppa verso il colle con case di aspetto medioevale. Interessante è l’Oratorio di S. Antonio da Padova, del XVI secolo, ed un vasto fabbricato del XVIII secolo chiamato il convento. Alla sommità del colle dominava il Castello dei Montecuccoli, del quale oggi rimangono solo alcuni resti delle mura. Nella piazza principale di Marano, vicino al Municipio ed alla Chiesa Parrocchiale si trova l’antico Mulino Montecuccoli, edificato dall'omonima famiglia feudataria nel 1654. Nel 1907, pur continuando a funzionare come mulino, l'edificio divenne sede della centrale elettrica, che nel 1923 passò alla Società Emiliana per l'Energia Elettrica ed in seguito all'ENEL, che ne utilizzò le apparecchiature fino al 1973. Sarà infine il Comune, ultimo proprietario, a curarne il recupero, ultimato nel 1994, ripristinando il bel porticato con archi a tutto sesto ribassato e volte a vela. I locali del primo piano sono destinati alle sale del Museo di Ecologia e Storia Naturale di Marano mentre quelli del piano terra ospitano un Centro di documentazione sulla produzione dell’energia idroelettrica.

Merita una nota il canale di Marano, anticamente denominato Canale Montecuccoli, del quale esiste una memoria scritta dell’anno 1319 riportata da un atto del Vescovo Guido con cui si concede la licenza di costruire un mulino sul suo corso. Il canale di Marano ha origine subito a monte dell’abitato, costeggia il fiume Panaro e quindi corre, per un breve tratto a sezione coperta, lungo e sotto le strade Circonvallazione e Via Roma, fino al Palazzo Montecuccoli ove con un salto utile di circa tre metri alimenta una centralina idroelettrica. Il suo corso prosegue poi per circa 5 Km, con un dislivello complessivo di circa 20 metri, attraversando la campagna fino a Vignola. Il corso del Canale sfocia di nuovo nel fiume Panaro a Vignola, subito a monte dell’incile del Canale San Pietro che scorre fino a Modena. Per secoli il Canale di Marano fornì l'energia per macinare il grano e l'acqua per l'irrigazione dei campi, consentendo lo sviluppo di una fiorente agricoltura.

Nelle vicinanze del paese, sulla via Zenzano, troviamo il Colombarone, così chiamato per la sua notevole mole sormontata da un'imponente torre colombaia. Si tratta di un significativo complesso rurale di origine rinascimentale, la cui interessante struttura vede la contemporanea presenza di locali di servizio, abitazioni per la servitù e appartamenti padronali. L'accesso a questi ultimi è scandito da un bassorilievo marmoreo che riproduce lo stemma nobiliare dei Montecuccoli, dei quali il Colombarone fu residenza di campagna. L'edificio, attualmente di proprietà privata, risale al XVII secolo, ma ha subito significativi ampliamenti nell''800.