Raimondo Montecuccoli

I Montecuccoli
Dal Medioevo all'Impero

Tra le casate del ducato estense, un posto di grande rilievo ha occupato la famiglia dei Montecuccoli, di antichissime origini. E' fondato pensare che la loro origine vada ricercata tra i notabili frignanesi che, durante il lungo periodo dell’occupazione bizantina, assolsero compiti di amministrazione del fisco e della giustizia, potere che fu loro confermato dai successivi dominatori longobardi e franchi.

Il loro primo nome è Da Frignano o Da Feroniano, poi Corvoli ed infine Da Montecuccolo, dal nome dell’omonimo castello. Li troviamo più volte al seguito di Matilde di Canossa finché, alla morte della Gran Contessa, nel 1115, i Montecuccoli ottennero, nel corso del XII secolo, l’investitura feudale direttamente dall’imperatore. Da allora consolidarono rapidamente la loro potenza, come dimostra l’elezione a vescovo di Modena di un loro membro, Enrico, avvenuta nel 1157, e la nomina a protettori dell'abbazia benedettina di Frassinoro, fondata nel secolo XI dai Canossa.

In quel periodo il dominio dei Montecuccoli si estendeva a tutto il medio Frignano fino al reggiano, da una parte, e al bolognese, dall’altro. Con un’accorta politica di alleanze e di compromessi, e per la loro privilegiata condizione di vassalli imperiali, i Montecuccoli riuscirono a superare quasi indenni le lotte che i comuni di Modena e di Bologna ingaggiarono a lungo per la conquista del Frignano. Il conflitto tra i due comuni cittadini si sommava a quello secolare tra i Montecuccoli e i Montegarullo, che da sempre si contendevano il predominio dell'Appennino modenese e le cui battaglie continuarono con esito alterno nei secoli XII e XIII.

Nel 1337 gli Estensi di Ferrara assoggettarono Modena al loro stato. Per le famiglie dei feudatari frignanesi fu necessaria una precisa scelta di campo: i Montecuccoli avendo compreso, diversamente dai Da Gombola e dai Montegarullo, che la lotta di resistenza si presentava ardua e impari, si allearono con gli Estensi e ne accettarono la signoria salvaguardando il proprio potere. Dall’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo IV, ospite nel loro castello di Montefiorino, i Montecuccoli ottennero nel frattempo la riconferma dell’investitura e la possibilità di ornare con l’aquila imperiale il loro stemma nel 1368.

Durante il XV secolo i Montecuccoli raggiunsero l'apice della loro potenza con Gaspare e, soprattutto, con Cesare (1435-1506), che dominò il potente feudo per un lungo periodo. Cesare incarnò lo spirito dell’antica feudalità violenta e prepotente che abusava del potere nei confronti dei sudditi, ma diede anche prova di munificenza sostenendo l'ospedale lebbrosario di Pavullo.

All’inizio del XVI secolo il legame tra i Montecuccoli e gli Estensi si rinsaldò ulteriormente, poiché, con il loro apporto, resero vano il tentativo di papa Giulio II di conquistare il Frignano. Due nobildonne in particolare, Camilla e Margherita, alla guida delle loro truppe, mostrarono grande coraggio in quella difficile situazione, respingendo i soldati pontifici che avevano posto l'assedio alle torri di Montecenere e Sassostorno.

Alla morte di Cesare, nel 1506, i tre figli si suddivisero il feudo dando vita ai tre rami collaterali di Montecuccolo, Semese e Montese, ai quali bisogna aggiungere l’altro di Polinago, staccatosi già durante il secolo XV. Poco dopo, dalla linea di Montecuccolo si staccarono gli altri due rami di Renno-Gaiato e Montecenere. Alla metà del XVI secolo il vasto feudo si era frantumato perdendo ricchezza e potere. Il ramo principale e più importante era quello di Montecuccolo, erede della rocca avita, mentre nei centri delle nuove minuscole Podesterie di Renno, Montecenere, Polinago, Semese e Montese sorsero altrettante rocche, sedi degli organismi di governo del feudo e dimore signorili delle altre nobili famiglie.

Con un’accorta politica matrimoniale, i Montecuccoli fecere in modo di imparentarsi con importanti casate dello stato estense e di altri stati italiani: i Perondoli e i Landi di Ferrara, i Pico della Mirandola, i Molza di Modena, i Pio di Carpi, gli Erri e i Laderchi di Modena, i Malaspina e i Caprara di Bologna. I contatti con la nobiltà cittadina valsero ad ingentilirne i costumi, ribaltando la loro fama di gente violenta e rozza. Il destino volle tuttavia che, nel momento di massimo fulgore della famiglia, i tre rami principali si estinguessero quasi contemporaneamente: quello di Montecenere nel 1677, quello di Montecuccolo nel 1698 e infine quello di Renno nel 1705.

Alla metà del XVII secolo il conte Francesco Montecuccoli scambiò il feudo di Semese con quello di Guiglia, ottenendo il titolo di marchese. Da qui nascerà la linea dei Montecuccoli Laderchi che, dopo la scomparsa dei tre rami principali, ebbe il governo di tutto il feudo e la proprietà del castello di Montecuccolo, ma anch'essa estinse nel corso del XIX secolo. Da questa linea derivarono i Montecuccoli di Vienna. Nell’impero austro-ungarico all’inizio del XX secolo Rodolfo Montecuccoli di Polinago comandò la marina imperiale ottenendo varie benemerenze.

Nel corso dei secoli, quindi, la dinastia dei Montecuccoli si divise in molteplici rami e, tra le famiglie tuttora esistenti, la più antica ed importante è quella dei marchesi Montecuccoli degli Erri.